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Villa Medicea dell'Ambrogiana

La Villa Medicea dell’Ambrogiana svetta imponente sulle sponda destra dell’Arno.
Un complesso unico, collocato alla confluenza dei fiumi Arno e Pesa, lungo il tragitto fluviale che da Firenze conduce a Livorno e fa parte della rete di ville-fattorie di proprietà dei Medici sparse su tutto il contado fiorentino. Un luogo che ha peculiarità rispetto alle altre Ville: un approdo diretto sul fiume che permetteva ai Medici di raggiungerla via acqua e una grotta unica, decorata in ceramica, e con giochi d’acqua realizzata in prossimità di quello che era l’antico approdo.
In origine, come tutte le altre ville medicee, era un’azienda agricola e la sua trasformazione da fattoria a villa, con possente edificio dotato di quattro torri angolari, fu effettuato dalla famiglia dei Medici nella seconda metà del XVI secolo. Bernardo Buontalenti ebbe presumibilmente un ruolo primario in questa fase di trasformazione. Nella seconda metà del XVII secolo Cosimo III incaricò l’architetto Ferdinando Tacca di eseguire dei lavori di decorazione e di progettare, a confine della Villa, la Chiesa di San Quirico e Lucia ed il Convento di San Pietro Alcantara per accogliere i francescani spagnoli. Il complesso della Villa si congiunse al convento e alla Chiesa tramite un “corridoio” che consentiva al principe l’accesso diretto; un percorso che ricorda il più celebre “Corridoio Vasariano”. Proprio sotto il loggiato del corridoio ambrosiano Francesco Redi, "medico dei Medici" e considerato il padre della biologia sperimentale fece molti dei suoi esperimenti che contribuirono ad accrescere le conoscenze scientifiche del tempo. Qui si incontrarono per la prima volta Cosimo III e Marguerite Louise d'Orléans, quest'ultima dopo aver compiuto un lungo viaggio in carrozza e barca da Parigi a Montelupo, già sposati "in contumacia". Il matrimonio fu molto sfortunato poiché i due provenivano da ambienti socio-culturali distanti e inconciliabili (rigidamente cattolico lui, mondana e spavalda lei). Con il passaggio di proprietà dai Medici ai Lorena la Villa fu restaurata dall’architetto Jean Nicholas Jadot.
Dopo l’intermezzo napoleonico (1799-1814) la Villa ritornò di proprietà dei Lorena e Ferdinando III avvio’ una serie di interventi da parte dell’architetto Poccianti il quale oltre al progetto di recupero fu progettista delle nuove scuderie. L'Ambrogiana è sempre stata cruciale per gli spostamenti della famiglia Medici e, successivamente, anche per la logistica e lo smistamento della corrispondenza via posta. Al tempo dei Lorena era una vera e propria "stazione di sosta" per gli spostamenti via terra. Con l’affermarsi dei trasporti su rotaia però, la Villa perse la sua funzione e iniziò un’altra fase storica di questo edificio i cui effetti scontiamo ancora oggi. Le scuderie diventano penitenziario maschile alla fine del XVIII secolo e questa decisione decretò l’abbandono della residenza all’interno della Villa che a partire dal 1850 fu convertita in manicomio e poi in ospedale psichiatrico giudiziario. La storia della villa comprende anche quella del manicomio criminale, funzione che ha ricoperto per ben 130 anni, dal 1886 al 2017, quando anche l'ultimo internato venne spostato altrove. Qui alloggiarono, dalla reclusione fino alla morte, anche alcuni personaggi noti, come gli anarchici Giovanni Passannante e Pietro Acciarito, entrambi (in periodi diversi) colpevoli di aver attentato alla vita del re Umberto I (impresa che poi venne compiuta da Gaetano Bresci). Proprio al re assassinato venne poi dedicato il viale alberato che conduce al portone di ingresso della villa.
É in corso un percorso per recuperare tutto il complesso e aprirlo nuovamente al pubblico.

Informazioni

  • Indirizzo: Via del Parco, Montelupo Fiorentino

  • Coordinate GPS: 43.7309493,11.0144862