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Villa romana dei Vetti

Gli scavi archeologici degli ultimi anni hanno dato la luce ai resti di quella che era la Villa appartenente, presumibilmente, all'aristocratico romano Vettio Agorio Pretestato, governatore della Tuscia e dell'Umbria prima del 362 d.C. e prefetto dell'Urbe fino al 384, anno della sua morte da console designato. Il complesso, in località Oratorio, non aveva nulla da invidiare ai palazzi di Costantinopoli e Roma. Aveva una struttura esagonale centrale, alta 15 metri e 30 metri di diametro, circondata da numerose sale; in quella absidata al centro, il nobile riceveva gli ospiti su un tavolo semicircolare collocato su di un pavimento a mosaico raffigurante la scena di "venatio apri", caccia al cinghiale, uno dei passatempi preferiti dagli aristocratici durante i periodi di otium. I resti dei pavimenti delle altre sale evidenziano pavimenti musivi policromi con diversi tipi di decorazioni, tra cui spiccano ottagoni con figure di animali e busti umani, cornici composte da motivi geometrici e vegetali. Durante gli scavi è emersa anche l'area termale della villa, con le sospensioni in mattoncini che reggevano la vasca posizionata vicino al forno che aveva il compito di riscaldare l'ambiente. Presente sul fondo anche una fistola, una sorta di tubo, per permettere all'acqua di defluire. Secondo gli studiosi che hanno seguito e approfondito il sito, in particolare il prof. Federico Cantini, direttore scientifico dello scavo, si tratta di una delle strutture importanti del Centro Italia e un punto di riferimento dell'età tardoantica, al pari degli edifici delle grandi capitali. Del resto, Pretestato era una figura di indiscussa importanza nel IV secolo ed egli volle una villa consona al suo rango per trascorrere momenti di tranquillità e relax, in una posizione strategica a metà strada tra Firenze, sede del governatorato, e la costa tirrenica, ove sbarcava proveniente da Roma. L'attribuzione a Pretestato è stata possibile grazie al rinvenimento - negli anni '80 al momento della scoperta del sito archeologico durante i lavori di realizzazione di un frutteto - di un'epigrafe sita nello spazio semicircolare destinato a ospitare una fontana, nella quale si legge il nome del proprietario. A proposito di otium, Pretestato è citato anche da Simmaco nel suo Epistolario, in una lettera in cui viene rimproverato per la trascuratezza degli affari e della politica a vantaggio del relax in terra toscana. Il Comune e l'Università di Pisa, che ha curato gli scavi, stanno lavorando da tempo a un progetto di valorizzazione della struttura che vedrà in primo luogo riportare alla luce e coprire il mosaico con la scena di caccia al cinghiale. Ci sono sicuramente ottime prospettive, essendo un unicum nel territorio anche a livello sovranazionale, paragonabile, senza eccessivi azzardi, alla Villa romana del Casale di Piazza Armerina (Enna).

Informazioni

  • Indirizzo: Via G. Palandri, 45, Oratorio, Limite sull'Arno, Capraia e Limite

  • Coordinate GPS: 43.7483011243,10.9840511988